Nell'ambito della riforma pensionistica del 2023, il Primo Ministro Elisabeth Borne ha annunciato una pensione minima di 1.200 euro, pari all'85% del salario minimo netto. Questa promessa, presentata come una misura di "giustizia sociale", non è ancora stata messa a bilancio e solleva diversi interrogativi. Vi proponiamo di decifrare questo annuncio del governo in 5 domande.
1- Quale sarà la pensione minima?
Il motivo per cui il governo ha scelto di fissare la pensione minima a 1.200 euro è che questo importo equivale all'85% del salario minimo netto.
Emmanuel Macron aveva parlato per la prima volta di una pensione minima di 1100 euro durante la sua campagna presidenziale. Da allora, però, lo SMIC è stato rivalutato a causa dell'inflazione e probabilmente continuerà a essere rivalutato nel 2023 se i prezzi continueranno a salire.
L'importo della pensione minima sarà ora indicizzato allo SMIC. È quindi probabile che aumenti nei prossimi anni.
Tuttavia, una volta concessa, questa pensione sarà indicizzata all'inflazione come le altre pensioni.
2- La pensione minima è di 1200 euro lordi o netti?
Si noti inoltre che la pensione minima di 1200 euro si intende lordo.
Una volta sottratte le trattenute obbligatorie come CSG e CRDS, i pensionati riceveranno un importo netto inferiore ai 1200 euro annunciati.
In totale, i contributi sociali rappresentano il 9,1% e vengono detratti dalla pensione lorda.
3- L'importo di €1200 include la pensione integrativa?
Quando il governo annuncia una pensione minima di circa 1200 euro, comprende in questo importo la pensione di base e la pensione complementare.
Attualmente non esiste una vera e propria pensione minima, ma una pensione minima contributiva o Mico fissata a 8.970,87 euro lordi all'anno, o 747,57 euro lordi al mese.
La pensione minima contributiva consente ai pensionati del regime generale che hanno versato i contributi con salari bassi di ricevere un'integrazione alla pensione di base. Questo supplemento mira ad aumentare la pensione totale di una persona (base + supplemento) fino a un tetto massimo fissato a 1309,75 euro al mese.
Per averne diritto, è necessario aver versato contributi per almeno 120 trimestri e aver raggiunto l'età pensionabile completa.
4- Chi è interessato da questa pensione minima?
Il governo ha annunciato che la pensione minima di 1200 euro riguarderà sia i pensionati attuali che quelli futuri.
Questa misura riguarda non solo i dipendenti del settore privato, ma anche i lavoratori autonomi, gli artigiani e i lavoratori agricoli. Non si applica ai dipendenti pubblici perché, per una carriera completa, i dipendenti pubblici ricevono un minimo garantito di 1248,33 euro al mese.
Attenzione: questi annunci non significano che tutti i pensionati che ricevono una piccola pensione beneficeranno di questa misura. Per ricevere questa pensione minima, devono essere soddisfatte alcune condizioni, come l'aver svolto un'intera carriera presso lo SMIC e l'aver raggiunto l'età di piena retribuzione.
Se non avete avuto una carriera completa, cioè se non avete il numero necessario di trimestri e l'età legale di pensionamento, non potrete beneficiare di questo regime.
Ad esempio, se avete iniziato a lavorare tardi, anche dopo questa riforma dovrete continuare a lavorare dopo i 64 anni per ricevere la pensione minima di 1.200 euro.
Secondo le stime del governo, grazie a questa misura, "quasi un quarto delle persone tra i lavoratori a più basso reddito beneficerà di un aumento della pensione quando andrà in pensione".
5- Quando entrerà in vigore la pensione minima?
La riforma pensionistica del governo sarà presentata al Consiglio dei ministri il 23 gennaio e sarà esaminata dall'Assemblea nazionale a partire dal 6 febbraio per entrare in vigore il 1° settembre 2023.
La pensione minima di 1.200 euro dovrebbe quindi essere applicata ai futuri pensionati non appena il testo entrerà in vigore.
Per quanto riguarda l'estensione della pensione minima agli attuali pensionati, non è ancora stato trovato un finanziamento adeguato (la misura costerebbe quasi 3 miliardi di euro).
Dovremo quindi attendere l'esito delle future consultazioni con le organizzazioni politiche e sindacali. Ma il Primo Ministro Elisabeth Borne si è dimostrata determinata su questo punto dichiarando: "Posso confermare che l'obiettivo è di passare all'85% dello SMIC per gli attuali pensionati a partire da quest'anno".
Se la misura verrà infine estesa agli attuali pensionati, si stima che quasi 2 milioni di piccole pensioni saranno aumentate, su 15 milioni di pensionati in Francia.